PFAS monitorati
In merito alle notizie riportate da alcuni quotidiani nei giorni scorsi, che riprendendo una inchiesta del quotidiano francese Le Monde davano conto della presenza di sostanze Perfluoroalchiliche, più note con l’acronimo PFAS, in alcuni siti della provincia di Brescia, ci corre l’obbligo di tranquillizzare i cittadini sulla situazione che riguarda gli acquedotti gestiti sia da Acque Bresciane che da A2A Ciclo Idrico ed ASVT.
Come gestori di un servizio di primaria importanza, come la fornitura di acqua potabile, siamo da sempre impegnati a garantire la qualità dell’acqua che eroghiamo attraverso un corposo monitoraggio analitico che da oltre tre anni riguarda anche sostanze come i PFAS. In dettaglio controlliamo tutte le nostre fonti di approvvigionamento, pozzi e sorgenti sia in pianura che in montagna e i punti di monitoraggio delle reti di distribuzione, le fontanelle pubbliche a getto continuo, controllando oltre 300 sostanze tra le quali anche i PFAS.
Il recente Decreto legislativo 18 del 23 febbraio 2023 ha introdotto per la prima volta a livello nazionale limiti di legge per i composti perfluoroalchilici o Pfas, sostanze chimiche dalle proprietà impermeabilizzanti impiegati in alcuni settori industriali. Tali limiti sono di 500 ng/L (ng=nanogrammo=1 miliardesimo di grammo) per i PFAS totali e di 100 ng/L per la somma di PFAS (per PFAS — totale si intende la totalità delle sostanze polifluoroalchiliche, per somma di PFAS si intende la somma di tutte le sostanze per- e polifluoroalchiliche più attenzionate per il consumo umano).
Nella maggior parte degli impianti i prelievi eseguiti dai gestori non hanno rilevato alcuna traccia di Pfas. Nei pochissimi casi in cui sono state riscontrate minime tracce, i valori analitici sono tutti ampiamente al di sotto dei limiti fissati per la potabilità.